La Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali non è una commissione parlamentare permanente, ma necessita di essere istituita con legge ad ogni nuova legislatura. Per questa ragione fin dal primo giorno dell'insediamento delle camere, numerosi senatori e deputati hanno depositato il disegno di legge per la sua istituzione, consci che sia una priorità per il nostro Paese. Ad oggi però non appare calendarizzata la discussione di nessuno di questi disegni e, seppur sia comprensibile che in questo momento sia data priorità alla legge di bilancio, affinché l'Italia non vada in esercizio provvisorio, è importante dare un segnale forte alle mafie e alle forme corruttive, discutendo questo provvedimento all'indomani dell'approvazione della legge di bilancio. ‘’La pandemia da covid prima e la crisi energetica poi provocata dalla guerra in Ucraina hanno aggravato la situazione economica di tante famiglie e imprese costringendo molti a rivolgersi al circuito creditizio illegale perché in crisi di liquidità. La pandemia da usura sta per abbattersi sulla vita di quei tanti che negli ultimi due anni si sono visti costretti a rivolgersi agli strozzini e soprattutto al mercato usurai gestito dalle mafie’’. Lo dichiara, in una nota, don Marcello Cozzi, Presidente della Fondazione Nazionale Antiusura Interesse Uomo. ‘’Una situazione delicata come questa - dice don Cozzi- necessita mai come ora una risposta istituzionale. Ecco perché siamo preoccupati per il fatto che ad oggi il nuovo governo non ha ancora istituito la commissione parlamentare antimafia. È uno strumento politico indispensabile per affrontare le mafie e per leggere i fenomeni criminali che attraversano il nostro Paese.

Ecco perché non possiamo farne a meno ed ecco perché anche la Fondazione Interesse Uomo con Libera chiedono urgentemente al governo il suo insediamento’’. Il problema delle mafie, ma anche dei fenomeni connessi della droga, della corruzione, del gioco d’azzardo e dei disastri ambientali prodotti dalla criminalità organizzata, sono diventati nella testa di troppe persone oggetto di normalizzazione, come emerge anche dal rapporto del 2022 di Demos&Pi. e Libera "Senza turbamento".

La pandemia e la crisi economica che stiamo vivendo conducono molte persone ad occuparsi delle emergenze quotidiane da affrontare, ma c'è un filo rosso che tiene unite le grandi diseguaglianze globali, le speculazioni finanziarie, le mafie e la corruzione. È il filo della criminalità dei potenti, delinquenti che trovano il modo di stringere sodalizi a scapito di ampie fasce della popolazione, che rischia di sentirsi sempre più impotente e di essere in via crescente impoverita. Le numerose inchieste portate avanti da magistrati e forze dell'Ordine dimostrano con chiarezza che mafie e corruzione sono ancora forti e che c'è bisogno di uno scatto, di un sussulto di coscienza prima che sia troppo tardi.

Nella politica del Paese il problema delle mafie è un argomento messo da parte: è giunto il momento di diventare più presenti in quei contesti scomodi e lontani dove le mafie proliferano, per essere veramente credibili. Per queste ragioni è urgente che il Parlamento istituisca in tempi brevi la Commissione Bicamerale d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e delle altre organizzazioni criminali, e che lavori alacremente per leggere ciò che sta avvenendo sui territori e avanzi accanto alla denuncia delle proposte utili a liberare il Paese dalla morsa degli interessi criminali e dalle troppe connivenze di cui godono.

ANSA

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